venerdì 26 settembre 2014

Seek thermal

Una camera in grado di visualizzare il calore .

A Roma i primi taxi 100 per cento elettrici

il 26 settembre la presentazione del progetto ...

7 cose da non fare col tuo cane

Ce lo insegna un esperto cinofilo, Angelo Vaira .

La classifica dei 10 luoghi più radioattivi

Russia in testa...ma c'è anche lItalia...

Nella birra scoperta una sostanza che sveglia il cervello .

Nel luppolo e nella birra un aiuto per ‘svegliare’ il cervello. Entrambi contengono, infatti, un particolare flavonoide in grado di migliorare le funzioni cognitive dei giovani topi, ma non nei ‘fratelli’ avanti con l’età.
Lo indica uno studio americano dell’istituto Linus Pauling e dell’università Oregon State. La sostanza su cui si stanno concentrando gli studiosi è lo xantumolo, molecola polifenolica della famiglia dei flavonoidi prenilati. Fa parte della stessa famiglia di flavonoidi del resveratrolo, contenuto in particolare nel vino rosso e di cui già si conoscono gli effetti anti-invecchiamento e protettivi per l’apparato cardiocircolatorio. Lo xantumolo sarebbe particolarmente utile nelle lotta contro la sindrome metabolica, l’ipertensione arteriosa e il declino cognitivo. Nel nuovo studio è stata utilizzata una quantità nettamente superiore a quello che si può ottenere unicamente con l’alimentazione. I giovani topi che avevano assunto la molecola hanno dimostrato una capacità accresciuta di orientarsi in un labirinto, mentre i più anziani non ne hanno tratto alcun vantaggio.
http://curiosity2013.altervista.org

mercoledì 24 settembre 2014

L'auto ad energia eolica è realtà

La macchina è stata sperimentata in Corea .

Amazzonia, scoperta strana struttura organica

Mai vista in precedenza .

10 consigli pratici per risparmiare sulla spesa alimentare

Sprecando il meno possibile .

Terme di Diocleziano, riapre la Natatio .

la piscina imperiale dei record .

Samsung lancia il power sharing cable

Un cavo per ricaricare dispositivi esterni con smartphone e tablet .

Alarmata

Una APP con una nuova sveglia .

martedì 23 settembre 2014

Malkovich nell’obiettivo di Sandro Miller

Un omaggio ai grandi della fotografia .

Spiaggia viene invasa da alghe sferiche

Strano fenomeno a Sydney .

WhatsApp

le funzioni segrete che (quasi) nessuno conosce .

Joey L

I ritratti dei santoni dell’India .

Cortisone naturale

Tutti i segreti del ribes nigrum .

Melograno

Proprietà nutrizionali, benefiche e controindicazioni .

Prodotti senza l’olio di palma

Ecco la lista! .

mercoledì 10 settembre 2014

Come conservare ed essiccare i fiori

Essiccazione all’aria
Una delle tecniche più conosciute è l’essiccazione dei fiori all’aria, basta prendere i fiori e appenderli a testa in giù in un luogo fresco areato e buio. E’ importante che il posto che decidete di usare sia buio perché se esposti alla luce perdono il loro colore naturale. Che tenderà comunque, con questa tecnica a sbiadire un po’, dandogli l’effetto anticato. Prima di esporre i fiori e appenderli privateli delle foglie e delle spine, cercate di legarli a piccoli gruppi e appendeteli. Il tempo di essiccazione varia in base anche al periodo. Sarà vostra cura tenerli controllati per valutare quando potranno essere pronti.
bouquet2 Come conservare ed essiccare i fiori
Essiccazione con la sabbia
Possiamo usare la sabbia per disidratare i fiori, basta utilizzare quella di mare e collocare i fiori sopra una scatola con uno strato di 10 mm di sabbia, adagiateli e ricopriteli con un altro strato di sabbia in modo tale da riempire tutti gli spazi. Esponete la scatola vicino ad una fonte di calore, o al sole. Una volta passato il tempo, valutate controllando già dopo 10 gg circa, prendete i fiori e spruzzateli con della lacca naturale per mantenere compatti i petali e conservarli per lungo tempo. Con questa tecnica i fiori devono essere ben staccati gli uni dagli altri e controllate bene che la sabbia sia penetrata in ogni punto. Esistono anche altri metodi per essiccare i fiori, ma alcuni richiedono l’impiego di sostanze non naturali come la paraffina. Potete anche decidere di essiccare i singoli fiori per fare un delizioso quadro, e allora è utile scegliere quelli più piccoli e meno corposi, come la viola, la margherita, la camomilla e procedete inserendole all’interno di un libro, che potete tenere in un luogo più asciutto e caldo. Potete mantenere in vita i vostri ricordi tramite i fiori e creare delle composizioni per abbellire la vostra casa.
http://ambientebio.it

A Londra, Rimosso dalle fogne un enorme fatberg

massa di salviettine e di grasso da cucina da 15 tonnellate .

parmigiano vegano: gustoso e leggero

Come farlo .

giovedì 4 settembre 2014

Riutilizzi creativi per i vecchi collant

Utili e divertenti .

Primi piani della fotografa sudafricana Anelia Loubser

Se cambi il punto di vista, anche le cose che vedi cambiano .

Sapete (o credete di sapere) tutto su Chernobyl e Fukushima, ma nessuno Vi ha mai detto niente su Mayak.

Chernobyl e Fukushima non sono state le uniche catastrofi nucleari planetarie. Dietro gli Urali, nella regione di Chelyabinsk, una delle più inquinate di tutta la Russia, si sono infatti verificati tre gravissimi incidenti. La centrale di Mayak (che in russo significa “faro”) nacque nel 1949 per produrre plutonio per armi nucleari, e dal 1949 al 1952 riversò circa 76 milioni di metri cubi di rifiuti liquidi altamente radioattivi – principalmente cesio e stronzio – nel Techa, fiume lungo il quale vivevano circa 124.000 persone, divise in villaggi dediti all’agricoltura e all’allevamento. Nel 1957, nell’impianto di Mayak esplose un serbatoio di rifiuti radioattivi e, oltre al cesio e allo stronzio, si aggiunse il ben più pericoloso plutonio; l’esplosione formò una nube radioattiva che coprì un’area di circa 23.000 chilometri quadrati, creando l’area della “East Ural Radioactive Trace” e sprigionando almeno il doppio dei radionuclidi dell’incidente di Chernobyl.
Il terzo incidente ebbe luogo nel 1967, quando il Lago Karachay, usato per lo smaltimento dei rifiuti nucleari più pericolosi, si asciugò a causa di un’estate
torrida, e i venti spazzarono le sue polveri radioattive per un’area di circa 2.000 chilometri quadrati. Questi incidenti, la cui gravità si evince anche solo dai numeri, furono tenuti completamente segreti fino all’esplosione di Chernobyl. Dopo questo incidente, che più di quello di Three Mile Island (Usa) focalizzò l’attenzione dell’intero pianeta sulla pericolosità della produzione di energia da fonte nucleare, il governo sovietico non fu più in grado di nascondere i disastri precedenti. Oggi, a cercare di fare luce su queste remote stragi ambientali e sociali sono tre italiani: il documentarista Alessandro Tesei, già autore del pluripremiato film Fukushame, in cui si mostrano le falle del sistema giapponese nell’affrontare la strage di Fukushima, il fotoreporter Pierpaolo Mittica e il ricercatore e antropologo Michele Marcolin. Obiettivo dei tre? Raccontare in un documentario cosa è successo in quei luoghi dimenticati dalla storia.
«La ricerca si è sviluppata tra visite nei luoghi contaminati e interviste a persone coinvolte all’epoca dai vari incidenti, per capire come hanno vissuto in quegli anni, e come ora affrontano l’aumento esponenziale di morti per tumore e di malformazioni e problemi mentali alla nascita», racconta Tesei: «Abbiamo trovato una grande confusione, e diversi modi di trattare sia il problema che le persone: alcune vivono ancora a ridosso del fiume Techa, e il governo russo gli concede una misera pensione di circa 6 euro al mese. Altre sono state evacuate in zone ugualmente contaminate. Altre ancora sono riuscite, dopo intense battaglie legali, a ottenere dei risarcimenti che gli hanno permesso di spostarsi in zone più salubri». Il farsi riconoscere lo status di vittima della contaminazione è però complesso, aggiunge il filmaker, «e ovviamente il governo russo, così come sta facendo a Fukushima quello
giapponese, crea dei muri di burocrazia che confondono e spesso dissuadono le persone dal far valere i propri diritti».
I documentaristi italiani sono stati guidati in questo viaggio da Nadezhda Kutepova, storica attivista e avvocatessa che aiuta le persone di quelle zone a farsi valere tramite azioni legali. «Grazie a lei abbiamo avuto addirittura la possibilità di assistere a un processo per il riconoscimento dello status di vittima delle radiazioni, che è stato vinto dalla sua assistita. Una spinta per tutti quelli che pensano di rinunciare in partenza, spaventati dalle prime difficoltà», rivela Tesei. «Molte altre cose ci sarebbero da aggiungere – conclude il regista marchigiano – ma ciò che davvero spaventa e lascia increduli è il fatto che ogni governo, sia esso russo, giapponese o italiano, nel corso del tempo e perfettamente consapevole delle conseguenze di scelte scellerate, continui imperterrito a comportarsi in maniera criminale ai danni della comunità». Da Kyshym a Fukushima sono passati 54 anni. Ma lastoria, in effetti, sembra sempre la stessa.
(Andrea Bertaglio, “Nel 1957 a Mayak la catastrofe nucleare più grave della storia”, da “La Stampa” del 2 agosto 2014).

Fonte: libreidee.org

Vivere in una casa piccolissima di 7mq

Ce lo insegna la signora Williams .

Come pulire l’auto in maniera ecologica

Con detersivi naturali e fai da te .

Come profumare casa in maniera naturale

Senza ricorrere a prodotti chimici .

Sinkhole nella contea di Durham

Stavolta nel Regno Unito. . Un buco di una profondita' sconosciuta.

Sigarette addio

Arriva Iqos !!