domenica 20 gennaio 2013

Il sorbo degli uccellatori

Sorbe gustose che scacciano gli spiriti. Storia del frutto antico

Il Sorbus domestica è un frutto antico, ottimo per gustose marmellate. Inoltre viene usato come astringente

mercoledì 01 febbraio 2012

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C oltivato sia come albero ornamentale sia come albero da frutto, il Sorbus domestica è un albero originario dell´Europa meridionale e anche in Italia lo si può trovare allo stato selvatico, nei boschi montani di latifoglie, sotto gli 800 m.
E’ incredibilmente poco usato nei giardini, nonostante sia una pianta molto bella, che fa fiori e frutti decorativi ed ha foglie aggraziate che in autunno si colorano di calde sfumature giallo dorate, ramate e rosa. Inoltre resiste bene alla siccità e al caldo.

Le testimonianze dell’uso del sorbo sono molto antiche: le prime risalgono al 400 a.C. in Grecia; i Romani lo fecero conoscere al resto dell’Europa. Virgilio, nelle Georgiche (III, 380), narrando di popolazioni che vivevano nell’Europa dell’Est, a nord del Mar Nero, racconta che dopo le cacce al cervo nella neve si riunivano in grotte dove accendevano grandi fuochi e “...trascorrono la notte nel gioco, e allegri imitano la bevanda delle vigne con quelle di orzo fermentato e acide sorbe”.
L'etimologia del latino sorbus è incerta: secondo alcuni deriverebbe dal verbo sorbeo = bere, assorbire, in quanto i frutti del sorbo arrestano i flussi dell'intestino. Di questo avviso terapeutico erano Dioscoride e Galeno. Tuttavia, pare assai più verosimile un'etimologia indoeuropea, da *sor-bho = rosso, il colore dei frutti.

I frutti del sorbo sono commestibili anche se sulla pianta sono aspri, astringenti e duri: per poter essere mangiati è necessario che siano maturati molto fino a divenire morbidi, oppure che subiscano l’effetto del gelo. Un tempo venivano conservati in locali freddi e asciutti, sulla paglia (il cosiddetto “ammezzimento”). Proprio da questa antica abitudine, nasce il detto popolare “col tempo e con la paglia maturano le sorbe”. Se ne possono ottenere ottime marmellate e, in Francia e Germania, anche un sidro molto apprezzato ed alcuni liquori.

Dante Alighieri lo cita come frutto aspro, in contrapposizione al fico, che ha frutti dolci: …« ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi/ si disconvien fruttare al dolce fico. » (Dante, Inferno, XV, 65-65)
L’astringenza delle sorbe è l’effetto del loro elevato contenuto di tannino, per questo la polpa di questi frutti è  da sempre stata usata come rimedio contro la dissenteria. Questo frutto, ricco di acido malico e vitamina C, un tempo destinato al consumo umano, adesso rimane invece soltanto un´ottima fonte di cibo per la fauna selvatica ed è particolarmente apprezzato dagli uccelli. Il sorbo viene utilizzato anche in erboristeria, sotto forma di tintura o olio essenziale: se ne sfruttano le proprietà protettive delle vene, nei casi di problemi di circolazione di ogni tipo, quali vene varicose o emorroidi. La tintura si prepara con le gemme appena rigonfie.

Nelle leggende europee il sorbo è una pianta molto importante, che protegge chi ne possiede un esemplare ed anche chi, semplicemente, decide di appenderne una fascina o una ghirlanda alla porta, scacciando in questo modo gli spiriti maligni.
“Sorbole” (cioè sorbe) è anche una tipica esclamazione dialettale bolognese, che sta ad indicare stupore, meraviglia, sorpresa.

                                           
Giulia Bartalozzi

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