Anche se promossi regolarmente dalla comunità medica, gli esami di
screening possono portare poco beneficio e addirittura mettere a rischio
la salute di persone già malate. Questo concetto è valido per quasi
tutti i tipi di screening medici, sia per il cancro che per molte altre
malattie.
Gli screening medici costituiscono un rischio immenso, non solo per
il danno causato dalle tecniche di screening sul corpo umano, ma
soprattutto a causa della natura stessa dei protocolli successivi.
Le procedure solitamente incoraggiano i pazienti ad proseguire
nelle indagini sottoponendosi a tecniche ancor più invasive, che ne
debilitano ulteriormente la salute e aumentano la precentuale dei
decessi.
In uno studio svedese su 60.000 donne, il 70% dei tumori
individuati con la mammografia non erano affatto tumori. Questi “falsi
positivi” non solo causano dispendio finanziario e stress emozionale, ma
possono anche condurre ad biopsie invasive e non necessarie. Di fatto,
dal 70 all’80% di tutte le mammografie positive non mostravano alcuna
presenza di cancro in seguito alla biopsia.
L’esame del sangue per individuare il tumore alla prostata (PSA)
cerca uno specifico antigene, una proteina prodotta dalla ghiandola
prostatica. Alti livelli di PSA sono apparentemente associati ad un
cancro alla prostata. Il problema è che l’associazione non è sempre
corretta, e quando lo è, il cancro alla prostata non è necessariamente
mortale (solo nel 3% dei casi il decorso termina con il decesso).
L’esame del PSA porta solitamente a sovradiagnosi, biopsie e trattamenti
che hanno impotenza e incontinenza come effetti collaterali. Biopsie
ripetute possono diffondere cellule cancerogene all’interno della
traccia lasciata dall’ago, o causare un versamento delle cellule
tumorali direttamente nel flusso sanguigno o nel sistema linfatico.
La copertura informativa di molte malattie si focalizza troppo sulle terapie e non abbastanza sulla prevenzione,
una tendenza che può rivelarsi rischiosa nel lungo periodo per quelle
persone che non sanno come prendersi cura della propria salute. Di
solito, la classica storia diffusa dai media include terapie già in
corso di svolgimento, perchè lo stile narrativo si presta molto meglio a
questo genere di commedia. Le notizie che riguardano la prevenzione e
che descrivono persone che fanno esercizio fisico costante e che
mangiano correttamente, non attirano abbastanza l’attenzione del
pubblico.
Se questo errato approccio alla salute dovesse continuare, fra
centinaia di anni l’umanità potrebbe guardare indietro alla odierna
“medicina moderna” e pensare: “Come possono aver avuto un’ideologia così
primitiva ed essersi sbagliati così grossolanamente? Quanto grande
doveva essere la disumanità dei governi che hanno permesso all’industria
medica di uccidere persone con false credenze e idee dettate da
interessi economici? Perché il governo non li ha fermati? Chi erano le
persone responsabili della protezione di quei cittadini?”
L’educazione preventiva richiede un aumento d’investimenti nella
ricerca di nuovi approcci dietetici, comportamentali, socio-economici,
ambientali e medici per la prevenzione delle malattie croniche. I
bambini di oggi, futuri adolescenti e adulti, hanno diritto a scelte di
maggior responsabilità e consapevolezza per il loro benessere, motivate
da corrette applicazioni teorico-pratiche.
Devono sapere che le terapie mediche e il sistema farmaceutico
potrebbero non salvaguardare la loro salute nel futuro. Sono
imprescindibili anche sostanziali investimenti economici nella
prevenzione e la definizione di politiche programmatiche che influenzino
gli organi direttivi nel campo della salute e dell’educazione.
Qualsiasi indugio o fallimento nel risolvere questi problemi nei
prossimi dieci anni porterà solamente ad un ulteriore deterioramento
della salute umana e del sistema sanitario. Una leadership adeguata e
una comunicazione efficace sulla necessità delle misure preventive
possono ancora invertire la tendenza alla proliferazione degli
screening, ribaltando questa falsa concezione a beneficio di una maggior
salute della popolazione.
Il Dr. Marco Torres, autore dell’articolo, è ricercatore, scrittore e portavoce dei consumatori per uno stile di vita sano. È laureato in Salute Pubblica e Scienze Ambientali ed è un conferenziere professionista su temi quali la prevenzione di malattie, tossine ambientali e politiche sanitarie.
Fonte: preventdisease.com
Il Dr. Marco Torres, autore dell’articolo, è ricercatore, scrittore e portavoce dei consumatori per uno stile di vita sano. È laureato in Salute Pubblica e Scienze Ambientali ed è un conferenziere professionista su temi quali la prevenzione di malattie, tossine ambientali e politiche sanitarie.
Fonte: preventdisease.com
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