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venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
Il robot che si nutre di scarichi domestici
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ambiente,
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I modi per ridurre l’impatto ambientale del Natale:
- utilizzare luci LED;
- acquistare prodotti tipici locali e stagionali per pranzi e cenoni;
- acquistare frutta e verdura di produzione biologica, in quanto prodotta senza fertilizzanti artificiali che richiedono un’enorme quantità di combustibili fossili per essere prodotti;
- riciclare la carta regalo, le buste decorate, le scatole dei regali.
Una facciata verde per Lisbona
OGNI ITALIANO SPRECA 146 CHILI DI CIBO ALL’ANNO!
Una montagna di cibo che finisce nella spazzatura. Ci sono le
porzioni troppo abbondanti messe nei piatti sia al ristorante sia a
casa; gli errori commessi al supermercato quando viene inutilmente
riempito il carrello; e l'assenza di precauzioni nella conservazione
degli alimenti. Il risultato è aberrante.
Ogni anno in Italia vengono buttate 6,6 milioni di tonnellate di cibo. Sono 146 chili a testa. I dati sono uno degli spunti di riflessione del 4° Forum internazionale su Alimentazione e Nutrizione in corso, ieri e oggi, all'Università Bocconi. L'evento, organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition, porta a Milano oltre 60 relatori da tutto il mondo.
SPRECO DI CIBO jpeg Sono scienziati, filosofi, esponenti delle istituzioni, imprenditori e rappresentanti del terzo settore che si riuniscono per affrontare i grandi paradossi della nutrizione e per indicare soluzioni. Tra gli ospiti ieri, anche il ministro della Salute Renato Balduzzi; Riccardo Valentini, Nobel per la Pace 2007; e Dan Glickman, ex Segretario all'Agricoltura degli Usa.
CIBO SPRECATO jpeg Uno degli scandali alimentari è proprio lo spreco di cibo. Ogni anno nel mondo vengono gettati 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. Una cifra pazzesca. È quattro volte la quantità necessaria per nutrire gli 868 milioni di persone affamate. Governare la riduzione dello spreco a livello istituzionale dev'essere dunque una priorità politica.
Per raggiungere l'obiettivo ci dev'essere una maggiore sensibilizzazione dei consumatori: gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti e corrispondono al 42% del totale. Ma è necessario anche un miglior controllo lungo la filiera agroalimentare (per evitare, tra l'altro, che la frutta e la verdura marciscano nei campi).
Ma i paradossi dell'alimentazione, purtroppo, non finiscono qui. Mentre un terzo del cibo prodotto sul pianeta viene buttato e centinaia di milioni di persone soffrono la fame, ci sono 1,5 miliardi di obesi e ipernutriti. Non solo: il 6,6% dei cereali prodotti diventa biocarburante. Possiamo permetterci di alimentare le automobili - è uno degli interrogativi sollevati dal Forum - con uomini, donne e bambini che muoiono di fame?
Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"
Ogni anno in Italia vengono buttate 6,6 milioni di tonnellate di cibo. Sono 146 chili a testa. I dati sono uno degli spunti di riflessione del 4° Forum internazionale su Alimentazione e Nutrizione in corso, ieri e oggi, all'Università Bocconi. L'evento, organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition, porta a Milano oltre 60 relatori da tutto il mondo.
SPRECO DI CIBO jpeg Sono scienziati, filosofi, esponenti delle istituzioni, imprenditori e rappresentanti del terzo settore che si riuniscono per affrontare i grandi paradossi della nutrizione e per indicare soluzioni. Tra gli ospiti ieri, anche il ministro della Salute Renato Balduzzi; Riccardo Valentini, Nobel per la Pace 2007; e Dan Glickman, ex Segretario all'Agricoltura degli Usa.
CIBO SPRECATO jpeg Uno degli scandali alimentari è proprio lo spreco di cibo. Ogni anno nel mondo vengono gettati 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. Una cifra pazzesca. È quattro volte la quantità necessaria per nutrire gli 868 milioni di persone affamate. Governare la riduzione dello spreco a livello istituzionale dev'essere dunque una priorità politica.
Per raggiungere l'obiettivo ci dev'essere una maggiore sensibilizzazione dei consumatori: gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti e corrispondono al 42% del totale. Ma è necessario anche un miglior controllo lungo la filiera agroalimentare (per evitare, tra l'altro, che la frutta e la verdura marciscano nei campi).
Ma i paradossi dell'alimentazione, purtroppo, non finiscono qui. Mentre un terzo del cibo prodotto sul pianeta viene buttato e centinaia di milioni di persone soffrono la fame, ci sono 1,5 miliardi di obesi e ipernutriti. Non solo: il 6,6% dei cereali prodotti diventa biocarburante. Possiamo permetterci di alimentare le automobili - è uno degli interrogativi sollevati dal Forum - con uomini, donne e bambini che muoiono di fame?
Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"
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lunedì 12 novembre 2012
sabato 10 novembre 2012
venerdì 9 novembre 2012
giovedì 8 novembre 2012
mercoledì 7 novembre 2012
Internet mobile superveloce
internet mobile superveloce, così la sfida tra i big italiani
Tim, Vodafone, 3 Italia e Wind si contendono il mercato
ROMA - Un manager alla guida di un colosso della telefonia sintetizza la questione: «E’ come passare da una bicicletta ad una moto». Benvenuti in Lte (Long term evolution), il futuro della banda larga mobile. Il sistema di nuova generazione capace di rendere un fulmine la navigazione in Internet. Per una volta, l’Italia ha fiutato il vento prima di molti altri Paesi europei ancora indietro rispetto agli Usa, la Corea del Sud e il Giappone dove stanno investendo miliardi di dollari.In Italia lo standard Lte si sta diffondendo in maniera robusta proprio in questi giorni. Opererà su quattro diverse bande di frequenza i cui blocchi sono stati assegnati nel settembre dello scorso anno, tramite asta, a Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia. Sul piatto, le compagnie hanno gettato circa 3 miliardi di euro. Una cifra superiore alle previsioni del governo che si aspettava una corsa molta più tiepida. Gli operatori di casa nostra, dunque, sembrano credere all'esigenza di sviluppare le proprie reti grazie alle frequenze televisive a 800 Mhz, per portare a tutti gli italiani la banda larga mobile di buona qualità.
Il vantaggio è duplice: ridurre le zone di digital divide (soprattutto nei comuni più piccoli tagliati fuori dalla rete) e alleviare la saturazione dello spettro, che penalizza la qualità del servizio. Proprio la questione delle frequenze ancora utilizzate per altri scopi e dei probabili problemi di interferenze che potrebbero sorgere, soprattutto in città, possono costituire un problema in questa prima fase. La frequenza 800 Mhz, ad esempio, la più efficiente su mercato, è infatti usata per la trasmissione del segnale Tv e si prevedono problemi (canali TV oscurati o disturbati) dovuti al sovrapporsi del segnale radio nei luoghi in cui le antenne saranno troppo vicine. Per risolvere la questione, dovranno essere adottati filtri che saranno a carico degli operatori telefonici, e quindi, a cascata, degli utenti. Infatti tutti e quattro gli operatori vincitori dell'asta si stanno dotando delle infrastrutture necessarie per disinnescare l'inconveniente.
Per adesso, le città dove la rete Lte è parzialmente disponibile sono Torino, Roma, Milano, Napoli e Ivrea. Mentre 3 Italia punterà nei prossimi mesi a irrobustire la rete in circa 40 piccoli comuni. Una scelta strategica coerente con le richieste di Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) che pretende una copertura ampia e diffusa non solo nelle zone più redditizie (le grandi città), ma anche nei centri fino a 3.500 abitanti. La road map delle aziende procede rapida. Già a febbraio Tim aveva annunciato l’avvio della sperimentazione in Italia aperta al pubblico partendo da Torino, Vodafone ha fatto altrettanto avviando l’allestimento di alcune antenne nei principali stadi italiani, iniziando anche in questo caso con un progetto pilota da Torino.
E Wind ha terminato da tempo i test nell'area di Roma e progetta di coprire presto le principali città italiane. In ogni caso, entro il 2013 gli operatori saranno in piena attività. L'obiettivo dell'Lte è promuovere l'uso della banda larga in mobilità, sfruttando l'esperienza e gli investimenti effettuati per le reti 3G e anticipando i tempi rispetto alla disponibilità degli standard di quarta generazione 4G il cui obiettivo è quello di raggiungere velocità di connessione wireless anche superiori a 1 Gb/s.
La velocità della connessione, comunque, dipenderà da molte variabili: dal dispositivo, dal luogo in cui ci si trova, dal momento in cui ci si collega e dall’affidabilità del proprio gestore telefonico.
A seconda di queste variabili si possono comunque scaricare dati con velocità tra le tre e le venti volte superiori rispetto al 3G. Lte, assicurano gli esperti, è il sistema più veloce di tutti, e garantisce fino a 100 megabit per secondo.
Intanto, un po’ lentamente, gli smartphone che supportano la connessione Lte cominciano a sbarcare nei negozi italiani. Ha già fatto la sua comparsa il nuovo iPhone con il supporto a questo standard, mentre Asus ha annunciato il Transformer Pad TF300TL, il primo tablet Lte presente nel Paese. Il governo benedice la svolta. Proprio ieri, presenziando ad Acuto (Frosinone), al lancio dei progetti di 3 Italia, Corrado Passera ha parlato dell’impegno dell’esecutivo per superare il cosiddetto digital divide. «Le tecnologie – ha detto il ministro delle Infrastrutture – devono arrivare a tutti in condizione di accessibilità per tutti».
martedì 6 novembre 2012
lunedì 5 novembre 2012
domenica 4 novembre 2012
sabato 3 novembre 2012
venerdì 2 novembre 2012
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